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Repertorio n. 100/CSR del 5 maggio 2011 nell’odierna seduta del 5 maggio
2011 VISTA la direttiva del Consiglio delle Comunità europee n.
91/676/CEE del 12 dicembre 1991 relativa
alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti
da fonti agricole, recepita con d.lgs.
11 maggio 1999, n. 152; VISTO l’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997,
n. 281, il quale prevede che, in sede di questa Conferenza, fra Governo,
Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, in attuazione del principio di
leale collaborazione e nel perseguimento di obiettivi di funzionalità,
economicità ed efficacia dell’azione amministrativa, si possano concludere
accordi al fine di coordinare l’esercizio delle rispettive competenze e
svolgere attività di interesse comune; VISTO lo schema di accordo (allegato 1), da sancire ai sensi
del richiamato articolo 4 del d.lgs. n. 281 del 1997, concernente
l’applicazione della citata direttiva n. 91/676/CEE del 12 dicembre 1991,
trasmesso dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome con nota prot. n. 2033/C10AGR del 5 maggio
2011; VISTA la nota prot. n. 4133 del 5
maggio 2011 del Capo di Gabinetto del Ministro delle politiche agricole,
alimentari e forestali, recante nulla osta al prosieguo dell’iter per la
formalizzazione del predetto accordo; VISTA la nota del Ministro dell’ambiente e della tutela del
territorio e del mare del 5 maggio 2011, che esprime l’assenso alla stipula
dello stesso accordo; CONSIDERATO che, nell’odierna seduta di questa Conferenza,
su proposta del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province
autonome, il Presidente di questa Conferenza Stato-Regioni ha dichiarato
l’assenso del Governo alla stipula dell’accordo in questione; SANCISCE ACCORDO ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 28 agosto
1997, n. 281, sullo schema di accordo (allegato 1) concernente l’applicazione
della direttiva del Consiglio delle Comunità europee n. 91/676/CEE del 12
dicembre 1991 relativa alla protezione
delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti
agricole, trasmesso dal Presidente della Conferenza delle Regioni e
delle Province autonome con nota prot. n. 2033/C10AGR
del 5 maggio 2011, parte integrante del presente atto. IL
SEGRETARIO IL
PRESIDENTE Cons.
Ermenegilda
Siniscalchi On.le dott. Raffaele Fitto Allegato 1) Schema di accordo, ai sensi
dell’articolo 4 del d.lgs. n. 281 del 1997, concernente l’applicazione della
direttiva 91/676/CEE del Consiglio del 12 dicembre 1991 concernente la
protezione delle acque dall’inquinamento dei nitrati PREMESSO
CHE: · l’applicazione della direttiva 91/676/CEE
del Consiglio del 12 dicembre 1991 concernente la protezione delle acque
dall’inquinamento dei nitrati provenienti da fonti agricole rispetto
all’attuale designazione delle zone vulnerabili determina numerosi adempimenti
a carico delle imprese zootecniche con evidente compromissione delle
aspettative economiche e di reddito degli allevatori; · gli articoli 3 e 5 della predetta
direttiva prevedono che gli Stati membri debbano individuare e rivedere le
designazioni delle zone vulnerabili in base a specifici criteri, evidenziando i
cambiamenti intervenuti, attivando specifici programmi di azione volti a
ridurre l’inquinamento delle acque causato da nitrati di origine agricola e a
prevenire qualsiasi ulteriore inquinamento; · i suddetti programmi devono tener conto
dei dati scientifici e ambientali monitorati nelle singole zone nonché
dell’efficacia e dei costi delle misure individuate; · alcune disposizioni della direttiva
sembrano non tenere in sufficiente considerazione la specificità
dell’agricoltura nazionale, con particolare riguardo ai limiti imposti allo
spandimento dei nitrati nelle zone designate vulnerabili e, in particolare, in
quelle della Pianura Padana; · le esperienze di attuazione e le più
avanzate conoscenze scientifiche sugli effetti complessivi delle misure
previste nei programmi di azione evidenziano la necessità di adottare un
approccio integrato nelle politiche in materia di controllo dell’inquinamento
delle acque da nitrati; · nella relazione inviata all’Unione europea
dal Ministero dell’Ambiente per il quadriennio 2004-2007, è precisato che: “la
conoscenza più articolata, derivante da una rete di monitoraggio più estesa
rispetto al quadriennio precedente, determina la necessità di avviare studi ed
approfondimenti al fine di comprendere le cause di detti superamenti in quanto
il fenomeno potrebbe non essere ascrivibile alla presenza di attività agricole
significative, ma ad altre cause, quali una drastica riduzione delle portate
dei corsi d’acqua che si verifica, soprattutto nel periodo estivo, nel caso di
fiumi a regime torrentizio....ed alla presenza di scarichi di impianti di
depurazione in prossimità delle stazioni di monitoraggio”; CONSIDERATO
CHE · l’ampia estensione dell’area delimitata
come vulnerabile è stata ampiamente condizionata dall’esigenza di consentire
l’archiviazione della procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea
- in ragione della precedente inerzia attuativa – e che monitoraggi più recenti
e maggiori approfondimenti portano a ritenere come inadeguato e sproporzionato
l’accollo, a carico delle sole imprese agricole, degli oneri amministrativi e
gestionali previsto nei programmi di azione vigenti in tali aree; · soltanto a seguito di una compiuta analisi
dell’inquinamento da nitrati e dei rischi connessi è possibile assegnare il
peso più adeguato al contributo effettivo che ciascuna fonte di pressione
determina sul fenomeno complessivo, e distribuire quindi sulla base dei
risultati delle indagini, gli oneri posti a carico degli operatori e le misure
appropriate di intervento, in osservanza al fondamentale principio di
proporzionalità; · per tener conto dell’esigenza di allentare
i vincoli operativi stringenti imposti al settore il 20 gennaio 2010,
nell’ambito della trentanovesima riunione del Comitato nitrati, è stata
presentata la proposta italiana per la deroga al limite dei · l’eventuale concessione della deroga da
sola non sarà sufficiente a risolvere le criticità individuate che gravano
sulle imprese agricole ricadenti negli ambiti delle zone vulnerabili, la cui
delimitazione ha sofferto della necessità di accelerare le procedure per
giungere ad una soluzione positiva della messa “in mora” attivata nei confronti
dell’Italia dalla Commissione UE nell’aprile 2006; · contestualmente all’avanzamento della
discussione in sede europea della richiesta di deroga occorre avviare un
programma articolato di interventi che attivi, quale base di partenza, la
realizzazione di approfonditi studi sulla natura e l’origine dei fattori
determinanti, il superamento dei valori soglia per i nitrati; Le Regioni e le Province autonome e
il Ministero dell’Ambiente del territorio e del mare e il Ministero delle
Politiche agricole, alimentari e forestali convengono di attivare le seguenti
misure: 1.
Predisposizione, entro il 31 dicembre 2011, di uno studio, come condizione per
l’attivazione operativa delle procedure previste dalla deroga in corso di
approvazione presso a) analisi dell’impatto delle pressioni
antropiche sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, procedendo alla
verifica e al potenziamento della rete di monitoraggio, possibilmente diretta,
dei rilasci di nitrati verso i suoli e i sottosuoli, il riesame dei dati
disponibile e l’avvio dell’analisi isotopica di tali rilasci al fine di
evidenziarne definitivamente, dopo una prima fase, la diversa origine delle
fonti e delle ragioni di inquinamento; b) definizione delle misure di mitigazione da
porre in essere in grado di identificare le sorgenti di impatto di cui alla
precedente lettera a); c) valutazione ex ante degli effetti ambientali
delle misure di protezione dell’inquinamento e, in particolare, dei processi di
potenziale desertificazione; d) valutazione ex ante degli effetti economici
e sociali delle misure di protezione; e) valutazione della reale efficacia dei
programmi di azione; I Ministeri e le Regioni si
impegnano a promuovere l’aggiornamento delle zone vulnerabili e l’adeguamento
dei programmi d’azioni ai risultati che emergeranno dallo studio sopracitato ai
fini dell’applicazione della direttiva nitrati e della relativa deroga 2.
Integrazione dei risultati degli studi per l’aggiornamento delle zone
vulnerabili e della attribuzione proporzionale degli adempimenti previsti anche
a carico delle imprese zootecniche in ragione delle accertate
responsabilità ed adeguamento dei programmi di azione: 3.
Individuazione degli strumenti
finanziari necessari ai fini del
concorso integrale agli investimenti aziendali diretti all’adeguamento
infrastrutturale degli obiettivi di stoccaggio degli effluenti; 4.
Definizione della disciplina,nonché relativo finanziamento, del ciclo di
gestione degli effluenti zootecnici, comprensivo delle attività di raccolta
degli effluenti eccedenti i limiti previsti per legge e di realizzazione di
impianti di stoccaggio e valorizzazione energetica; 5.
Assicurazione della coerenza con le
disposizioni generali per la protezione e la conservazione delle acque
sotterranee di cui alla direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 12
dicembre 2006 n. 2006/118/CE sulla protezione delle acque sotterranee
dall’inquinamento e dal deterioramento come recepita con decreto legislativo 16
marzo 2009, n. 30; 6.
Utilizzazione fra i criteri utili alla
revisione delle zone vulnerabili, anche
quello relativo alla concentrazione media dei nitrati qualora la stessa non
superi il 75% delle norme di qualità per le acque sotterranee, posto che nella
direttiva tale valore serve per determinare la valutazione dell’inversione di
tendenza dello stato qualitativo dei corpi idrici nonché quando, pure in
presenza di superamenti, simili valori riguardano una parte non superiore al
20% dell’area totale o del volume del corpo idrico. 7.
Sviluppo di specifiche misure per la valorizzazione della sostanza organica
adottando anche attraverso modifiche della disciplina in materia di rifiuti,
procedure agevolate di recupero nonché per il contrasto alla desertificazione. 8.
Aggiornare la normativa che al momento risulta superata dal progresso
tecnologico e produttivo. 9.
Riduzione il carico di oneri amministrativi cui sono sottoposte le aziende
agricole in particolar modo quelli che sulla base dell’esperienza maturata fino
ad oggi non si sono rivelati, anche in un ottica di costi-benefici,
particolarmente utili al raggiungimento degli obiettivi della direttiva.
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