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Rep. Atti n. 43/CSR del 9 febbraio 2012 Nella odierna seduta del 9 febbraio 2012: VISTI gli articoli 2, comma 2,
lett. b) e 4, comma 1, del decreto legislativo VISTA la nota in data 3 febbraio 2012 con la quale il
Ministero della salute ha trasmesso la proposta di Accordo indicata in oggetto; VISTA la nota in data 7 febbraio 2012 con la quale il
predetto documento è stato diramato alle Regioni e Province autonome; CONSIDERATO che, nel corso dell’incontro tecnico svoltosi in
data 8 febbraio 2012, i rappresentanti delle Regioni e
del Ministero della salute hanno concordato alcune modifiche del documento in
parola; VISTA la nota in data 8 febbraio 2012, diramata in pari
data, con la quale il suddetto Ministero ha trasmesso la versione definitiva
della proposta di Accordo indicata in oggetto, che recepisce
le modifiche concordate nel corso del predetto incontro; CONSIDERATO che, nel corso dell’odierna seduta, i Presidenti
delle Regioni e delle Province autonome hanno espresso parere favorevole sullo
schema di Accordo in parola ed hanno avanzato una richiesta di modifica del
medesimo come da documento consegnato in seduta, Allegato sub B), parte integrante del presente atto; RILEVATO che il Ministro della salute ha ritenuto accoglibile la richiesta emendativa come sopra formulata; ACQUISITO, nel corso dell’odierna seduta, l’assenso del
Governo, delle Regioni e delle Province autonome; SANCISCE ACCORDO tra il
Governo, le Regioni e le Province autonome, nei seguenti termini: Premesso che: - il 30 marzo 2010 l’Agence francaise de sécurité sanitaire des produits de santé, (d’ora in poi AFSSAPS) informava le competenti Autorità europee di
aver sospeso la commercializzazione, la distribuzione, l’esportazione e
l’utilizzazione degli impianti mammari prodotti dalla ditta Poly Implant Prothése (PIP) e di
aver disposto il richiamo dei prodotti della ditta PIP già presenti sul mercato
francese; - il 1° aprile 2010 - la stessa circolare richiedeva ai NAS di verificare la presenza
sul territorio nazionale del prodotto in oggetto e a fornire informazioni circa
l’andamento del ritiro; - l’8 giugno 2010 il Consiglio Superiore di Sanità, (d’ora in poi
CSS) Sezioni II
e V congiunte, esprimeva un parere con il quale, tra l’altro, riteneva
necessario: · la
sensibilizzazione dei medici che hanno
impiantato protesi PIP, perché
contattino le persone interessate e le sottopongano ad un follow-up
ravvicinato, al fine di diagnosticare precocemente eventuali rotture che
potrebbero manifestarsi con frequenza
più elevata rispetto ai dispositivi protesici di altri produttori; · l’effettuazione
di controlli clinici attraverso esami
ecografici, in quanto ritenuti i più idonei e i più economici, in grado di
consentire uno screening abbastanza accurato di un’elevata percentuale, se non
di quasi tutte, le complicanze; · l’invito
alle persone interessate, anche attraverso opportune vie di divulgazione, a
contattare il medico o la struttura presso la quale erano state impiantate le
protesi per verificare se si tratti di protesi PIP, qualora le stesse pazienti
non ne siano a conoscenza; · l’invito
alle persone interessate, anche attraverso opportune vie di divulgazione, ad
eseguire i routinari controlli post-impianto per
tutti i tipi di protesi; · la
opportunità di evitare, al momento, procedure più complesse o l’adozione
di provvedimenti più drastici; · il riesame
della problematica nel caso in cui ulteriori controlli facessero emergere
rischi al momento non ipotizzabili (tossicità, rotture generalizzate, etc) e si determinasse la necessità di promuovere una
eventuale campagna di richiamo e sostituzione delle protesi impiantate; - il 30 giugno 2010 · tutti gli
operatori sanitari, che hanno impiantato le protesi PIP, contattino i pazienti
e li sottopongano a visita clinico - diagnostica di controllo con un follow-up
ravvicinato; · a tal proposito
si indica l’ecografia come accertamento diagnostico di primo livello, ferma
restando la possibilità di ricorrere ad ulteriori accertamenti clinico -
diagnostici, qualora il medico curante li ritenga necessari e clinicamente
giustificati; - il 22 dicembre 2011 il CSS, sezioni congiunte II e V, nel
riesaminare la materia, a seguito di ulteriori segnalazioni dell’ AFSSAPS
nonché del confonto
apertosi fra le Autorità regolatorie o di sanità
pubblica di Francia, Olanda, Portogallo, Italia, Irlanda, Ungheria, Austria,
Danimarca, Malta e Regno Unito, esprimeva
il seguente parere: · secondo le
indagini condotte dalle Autorità francesi, le protesi mammarie cosiddette PIP
sono composte da materiale che non corrisponde agli standard internazionali; · tali protesi
sono state ritirate dal commercio in Italia dal 1° aprile 2010; · per le protesi
PIP non esistono prove di maggior rischio di cancerogenicità, ma sono state
evidenziate maggiori probabilità di rottura e di reazioni infiammatorie; · pertanto, le
persone portatrici di un impianto di protesi mammaria PIP sono invitate a
discutere la loro situazione con il proprio chirurgo; · ai centri dove
sono stati eseguiti impianti con protesi PIP viene richiesto di essere parte
attiva nel richiamare le pazienti che hanno subito un impianto PIP; · il SSN si farà
carico degli interventi medico/chirurgici laddove vi sia indicazione clinica specifica; - nelle sedute del 25 gennaio 2012 e 31
gennaio 2012 il CSS, sezioni congiunte II e V, ha nuovamente esaminato la tematica e, dopo aver evidenziato la mancanza di prove di
maggior rischio di cancerogenicità con le protesi PIP e la maggior probabilità
di rottura delle stesse e di connesse
reazioni infiammatorie, ha approvato il
documento “Protesi mammarie prodotte dalla ditta Poly
Implant Prothèse -
Indicazioni per la gestione clinica dei casi”; - con ordinanza del 29 dicembre 2011 il Ministro della
salute ha disposto che le strutture ospedaliere e ambulatoriali pubbliche e
private accreditate o, comunque, autorizzate, le aziende ospedaliere, i
policlinici universitari, gli IRCCS e gli ospedali classificati, entro 15
giorni dalla data di pubblicazione dell’ordinanza, dovevano provvedere a
redigere un elenco nominativo di tutti i casi relativi a impianti di protesi
mammarie PIP trattati dal 1° gennaio 2001 alla data dell’ordinanza e le Regioni
dovevano inviare i dati al Ministero entro altri 10 giorni; - in base ai dati pervenuti
è possibile stimare in circa 4.500 il numero di impianti di protesi PIP
effettuati; - il 1° febbraio 2012 lo Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR) ha reso disponibile un documento nel quale, tra l’altro,
si afferma che i rischi connessi al mantenimento dell’ avvenuto impianto di una
protesi PIP devono essere considerati alla luce dei rischi legati agli espianti
inutili e che, attualmente, la
valutazione rischio/beneficio deve essere effettuata caso per caso dal
chirurgo, tenendo conto della durata dell’impianto e dello stato psicologico
del paziente; SI CONVIENE sul documento, Allegato sub A, parte
integrante del presente atto, recante “Linee guida di carattere clinico ed
organizzativo per la gestione clinica dei casi di persone portatrici di protesi
mammaria/e prodotta/e dalla ditta Poly Implant Prothèse (PIP)”. Per l’attuazione del sopracitato
documento si provvede nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie
disponibili per il SSN a legislazione vigente. Governo, Regioni e Province autonome convengono sulla
necessità di
approfondire, per gli aspetti di rispettiva competenza, la possibilità di
azioni di rivalsa nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, ai sensi dell’art. 1916 del codice civile. IL
SEGRETARIO IL
PRESIDENTE Cons. Ermenegilda
Siniscalchi Dott.
Piero Gnudi
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