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Accordo, ai sensi degli articoli 2, comma 1,
lettera b), e 4, comma1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il
Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul “Documento
tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale”. Rep. Atti n. 15/CSR del 24 gennaio 2018 LA
CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE
AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO Nella odierna seduta del 24 gennaio 2018: VISTI
gli articoli 2, comma 1, lettera b) e
4, comma 1, del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, che affidano a
questa Conferenza il compito di promuovere e sancire accordi tra Governo, e Regioni
e Province autonome di Trento e di Bolzano, in attuazione al principio di leale
collaborazione al fine di coordinare l’esercizio delle rispettive competenze e
svolgere attività di interesse comune; VISTO
il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, recante “Riordino della
disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo 1 della legge 23 ottobre
1992, n. 421”; VISTA
la nota del 27 novembre 2017, con la quale l’Ufficio di Segreteria di questa
Conferenza ha trasmesso alle Regioni lo schema di accordo in argomento,
pervenuto dal Ministero della salute con nota del 23 novembre 2017; VISTA
la nota del 17 gennaio 2018, con la quale l’Ufficio di Segreteria di questa
Conferenza ha trasmesso alle Regioni la nuova versione dello schema di accordo
in argomento, pervenuto in pari data dal Ministero della salute, che ha
recepito le osservazioni regionali; VISTA
la nota del 19 gennaio 2018 con la quale
il Coordinamento in sanità, Regione Piemonte, ha comunicato l’assenso tecnico
all’accordo; ACQUISITO, nel corso
dell’odierna seduta, l’assenso del Governo, delle Regioni e Province autonome
di Trento e di Bolzano; SANCISCE ACCORDO tra il
Governo, le Regioni e
le Province autonome, sul
“Documento tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e
fecale” nei seguenti termini: premesso che: - il
decreto legislativo n. 502/1992 indirizza le azioni del Servizio Sanitario
Nazionale verso il rispetto del principio di appropriatezza e la individuazione
di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali e linee guida; - i
percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) sono strumenti che
permettono di delineare, rispetto ad uno o più patologie o problema clinico, il
miglior percorso praticabile all’interno di un’organizzazione e tra
organizzazioni per la presa in carico del paziente e della sua famiglia; - i PDTA rappresentano uno strumento
indispensabile di clinical governance,
in quanto garantiscono equità di accesso alle cure e uniformità di
comportamenti tra operatori, agevolando, nel contempo, l’appropriatezza
organizzativa; -
l’efficacia dei PDTA è fortemente condizionata da vari fattori che intervengono
a livello locale e pertanto affinché il modello di cura proposto sia uniforme
su tutto il territorio nazionale occorrono strategie di implementazione e
verifica; - la
presa in carico della persona e della sua famiglia, nell’ambito della gestione
integrata, prevede l’inserimento di un PDTA dove, a seconda dei bisogni e delle
fasi della malattia, l’equipe definisce, in accordo con gli interessati
l’intervento più appropriato; - che
l’incontinenza urinaria e l’incontinenza fecale rappresentano condizioni
cliniche che compromettono in misura rilevante la qualità della vita di chi ne
è affetto, limitandone le attività individuali, portando ad una restrizione
della partecipazione alla vita sociale ed influenzandone pesantemente l’immagine
di sé; - che con il decreto del Ministro della salute 2 ottobre 2015 è stato
costituito presso il Ministero della salute un gruppo di lavoro sui
problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale, che ha predisposto un documento tecnico di indirizzo sui problemi legati
all’incontinenza urinaria e fecale; TENUTO
CONTO che l’attività del Gruppo di
lavoro era finalizzata: -
ad individuare appropriati piani di comunicazione per la
sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sulle
problematiche connesse alle difficoltà provocate dall’incontinenza e la
rimozione di quegli stereotipi che rendono il disagio un problema della persona
e non della collettività; -
ad individuare un
modello per la gestione del paziente affetto da tale condizione morbosa in
grado di garantire pari opportunità di accesso alle cure ed uniformità degli
interventi socio-sanitari, valorizzando le esperienze già realizzate sul
territorio nazionale con esiti positivi sia in termini di efficacia clinica sia
in termini gestionali–organizzativi; -
ad analizzare le dinamiche sociali ed economiche sottese
alla problematica al fine di fornire indicazioni tecniche basate su evidenze
scientifiche, relativamente alla valutazione del sistema di fornitura dei
dispositivi e presidi medico-chirurgici utilizzati nel trattamento
dell’incontinenza urinaria e fecale ed alla valutazione dell’utilizzo dei
farmaci per il trattamento dell’incontinenza urinaria; -
ad adottare inoltre le soluzioni più idonee di
programmazione sanitaria nazionale e regionale per una razionalizzazione del
sistema e il contenimento della spesa che tenessero conto della trasversalità
del problema; -
ad elaborare un documento tecnico di indirizzo in ordine
ai sopracitati compiti; CONSIDERATO che: -
l’incontinenza urinaria interessa più di cinque milioni
di cittadini in Italia. Si stima che la prevalenza media nella popolazione
femminile di età superiore ai 45-50 anni sia oltre il 10-15%, mentre nel sesso maschile, meno colpito,
sarebbe la metà. In entrambi i sessi la prevalenza aumenta con l’età sino a superare il 50% nei
soggetti anziani istituzionalizzati; -
l’incontinenza fecale interessa circa due milioni di
cittadini, con una prevalenza stimata, a
seconda degli studi, tra il 2 e il 15% ed anche in questo caso influenzata dall’età
della popolazione osservata; -
l’incontinenza urinaria e l’incontinenza fecale
rappresentano condizioni cliniche che compromettono la qualità della vita con
una restrizione della partecipazione alla vita sociale e, nel caso di persone
non autosufficienti, aumentano significativamente il carico di lavoro per i caregivers; -
oltre a presentare
una prevalenza nel contesto della popolazione generale decisamente
elevata, rappresenta una patologia che comporta alte spese per il
Servizio sanitario nazionale e per il cittadino, per i costi diretti ed
indiretti che comporta; -
nei soggetti affetti da patologie neurologiche,
l’incontinenza urinaria rappresenta l’espressione clinica di una disfunzione
neurogena a carico dell’apparato vescico-uretrale che può essere causa di morte
o di gravi complicanze; RILEVATO che si registrano una
serie di criticità che devono essere affrontate e risolte e che si
caratterizzano per: -
una difficoltà a
garantire pari opportunità di accesso alle cure ed uniformità degli interventi
socio-sanitari, non essendo stata attivata in tutte le Regioni una Rete
integrata di centri per la prevenzione, diagnosi e cura dell’incontinenza; -
una carenza, anche nelle Reti attivate ed in quelle in
via di attivazione, dei Centri di Neuro-Urologia, delle Unità Pelviche e dei
Centri Pediatrici; -
una difficoltà –
in assenza della Rete dei Centri – di implementare percorsi di cura conseguenti
a PDTA, percorsi diagnostico terapeutico assistenziali, basati sulle evidenze e
sulle Linee Guida internazionali, con l’effetto di migliorare l’appropriatezza
diagnostica, terapeutica e gestionale ed incrementare altresì la interazione
tra le cure Primarie e l’ambito specialistico per una gestione integrata del
problema; -
una disomogeneità sul territorio nazionale e una scarsa
razionalizzazione nell’utilizzo dei dispositivi medici di tipo chirurgico
complessi e una analoga disomogeneità per quanto attiene alla fornitura (a
partire da una prescrizione appropriata, all’acquisto, alla distribuzione) dei
dispositivi medici monouso (pannoloni e cateteri); -
una carenza di Centri di Riabilitazione per il
trattamento dell’incontinenza, a fronte di una presenza forte e di una sostanziale omogenea distribuzione
sul territorio nazionale dei Centri di riferimento Urologici, Ginecologici e Coloproctologici; -
una sostanziale assenza -
nonostante le iniziative quali la “Giornata nazionale per la prevenzione e la
cura dell’incontinenza”, che ogni anno si svolge il 28 giugno - di adeguati piani di comunicazione per la
sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sulle
problematiche connesse alla incontinenza e sulla necessità di rimozione di
quegli stereotipi che rendono il disagio un problema della persona e non della
collettività; ciò associato ad una
carenza di informazioni sulla possibile soluzione del problema incontinenza con
le terapie (farmacologiche, chirurgiche, riabilitative, ecc.) oggi a
disposizione; RITENUTO
pertanto necessario: -
individuare
appropriati piani di comunicazione per la sensibilizzazione dell’opinione
pubblica e delle istituzioni sulle problematiche connesse alle difficoltà
provocate dall’incontinenza ed alla rimozione di quegli stereotipi che rendono
il disagio un problema della persona e non della collettività; -
individuare
un modello per la gestione del paziente affetto da tale condizione morbosa in
grado di garantire pari opportunità di accesso alle cure ed uniformità degli
interventi socio-sanitari, valorizzando le esperienze già realizzate sul
territorio nazionale con esiti positivi sia in termini di efficacia clinica sia
in termini gestionali – organizzativi; -
analizzare
le dinamiche sociali ed economiche sottese alla problematica al fine di fornire
indicazioni tecniche basate su evidenze scientifiche, relativamente ai seguenti
aspetti: Ø valutazione del
sistema di fornitura dei dispositivi e presidi medico-chirurgici utilizzati nel
trattamento dell’ incontinenza urinaria e fecale; Ø valutazione
dell’utilizzo dei farmaci per il trattamento dell’incontinenza urinaria; -
adottare
le soluzioni più idonee di programmazione sanitaria nazionale e regionale per
una razionalizzazione del sistema e il contenimento della spesa che tengano
conto della trasversalità del problema, atteso che esiste una rilevante quota
di soggetti “fragili” affetti da questa condizione morbosa che non appartiene
solo alla fascia di popolazione anziana, quali bambini e adulti, uomini e
donne, con disturbi e/o disabilità di ordine neurologico, primari o secondari a
molteplici patologie; SI CONVIENE 1.
Sulla necessità di individuare una serie di aree di
intervento e conseguenti possibili azioni come di seguito articolate nel “Documento
tecnico di indirizzo sui problemi legati all’incontinenza urinaria e fecale”, Allegato
A parte integrante del presente accordo, che – anche tenendo contro della
disomogeneità dell’attuale approccio a tali problematiche da parte delle varie
Regioni – possano essere implementate su tutto il territorio nazionale; 2.
Sulle seguenti priorità: a) costituzione
in ogni regione italiana di una Rete di Centri per la prevenzione, diagnosi e
cura dell’incontinenza di primo, secondo e terzo livello, previa attivazione di
appositi Tavoli di lavoro regionali; b) attivazione
e implementazione di Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (PDTA), in grado di garantire la presa in
carico totale della persona incontinente erogando i necessari interventi multiprofessionali e multidisciplinari; c) approccio
nuovo, alla luce delle evidenze scientifiche e della comparazione con la situazione negli altri Paesi europei e nel
rispetto dei vincoli di finanza pubblica, al tema della erogazione dei farmaci; d) predisposizione
di linee di indirizzo per una razionale utilizzazione dei dispositivi medici di
tipo chirurgico complessi; e) ottimizzazione
e razionalizzazione del percorso di fornitura di dispositivi medici monouso
(ausili monouso) per incontinenza già a partire dalla prescrizione; f)
attuazione
di campagne di educazione e sensibilizzazione sui temi dell’incontinenza, a
livello regionale, che affianchino la “Giornata nazionale per la prevenzione e
cura dell’incontinenza” del 28 giugno istituita dal Ministero della salute. 3.
Il
Governo, le Regioni, le Province autonome di Trento e di Bolzano si impegnano
ad attuare le anzidette azioni, al fine di promuovere e migliorare la qualità e
l’appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore dell’incontinenza. 4.
L’attuazione
da parte delle Regioni e Province autonome delle anzidette azioni è realizzata
nel quadro della rispettiva programmazione assistenziale e nel rispetto della
connessa programmazione economico finanziaria, in riferimento alle risorse
umane, strumentali e finanziarie previste dalla normativa vigente. 5.
All'attuazione
del presente accordo si provvede nei limiti delle risorse umane, finanziarie e
strumentali disponibili a legislazione vigente e comunque senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica.
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