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Accordo, ai sensi
dell’articolo 9, comma 2, lett. c) del decreto legislativo Rep. Atti n. 135/CSR del 30 ottobre 2014
Nell’odierna seduta
del 30 ottobre 2014: VISTO l’articolo 9
del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e, in particolare, il comma 2,
lettera c), in base al quale questa Conferenza promuove e sancisce accordi tra
Governo, Regioni, Province, Comuni e Comunità montane, al fine di coordinare
l’esercizio delle rispettive competenze e svolgere in collaborazione attività
di interesse comune; VISTA la lettera in data 2
ottobre 2014, con
la quale il Ministero della salute ha inviato lo schema di
accordo indicato in oggetto, che con nota del 10 ottobre è stato diramato alle Regioni ed alla
Province autonome di Trento e di Bolzano ed alle Autonomie locali; CONSIDERATO che, nel
corso della riunione tecnica del 16 ottobre 2014, sono state concordate
modifiche migliorative del testo, recepite nella versione definitiva che il
Ministero della salute ha inviato con nota del 17 ottobre 2014 e che questa
Segreteria ha diramato in data 22 ottobre 2014; VISTA la nota del
29 ottobre 2014, con la quale la Regione Veneto, Coordinatrice della
Commissione salute, ha comunicato il parere tecnico favorevole all’accordo
nella suddetta versione del 22 ottobre 2014; ACQUISITO,
nell’odierna seduta di questa Conferenza, l’assenso del Governo, delle Regioni
e Province autonome di Trento e di Bolzano e delle Autonomie locali con la raccomandazione
- formalizzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province
Autonome con nota in data 6 novembre 2014 – che la realizzazione del Piano sia
rafforzata con ulteriori strumenti operativi, al fine di garantire nel contempo
l’autonomia gestionale e organizzativa delle Regioni e delle Province autonome; SANCISCE ACCORDO tra il Governo, le
Regioni e le Province autonome e le Autonomie locali, nei seguenti termini: premesso che: -
il decreto legislativo n. 502/92 – “Riordino della disciplina in materia
sanitaria a norma dell’articolo 1 della Legge 23 ottobre 1992, n. 421” e
successive modificazioni ed integrazioni, indirizza le azioni del Servizio
Sanitario Nazionale verso il rispetto del principio di appropriatezza e la
individuazione di percorsi diagnostici terapeutici e linee guida; stabilisce
l’adozione in via ordinaria del metodo della verifica e della revisione della
qualità e della quantità delle prestazioni al cui sviluppo devono risultare
funzionali i modelli organizzativi ed i flussi informativi dei soggetti
erogatori; - il decreto del
Presidente della Repubblica 14 gennaio 1997 "Approvazione dell'atto di
indirizzo e coordinamento alle Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano
in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per
l'esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e
private", definisce le attività di valutazione e miglioramento della
qualità in termini metodologici e prevede tra i requisiti generali richiesti
alle strutture pubbliche e private che le stesse siano dotate di un insieme di
attività e procedure relative alla gestione, valutazione e miglioramento della
qualità; - il
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 29 novembre 2001 “Definizione
dei Livelli Essenziali di Assistenza” indica la necessità di individuare
percorsi diagnostico-terapeutici sia per il livello di cura ospedaliera, sia
per quello ambulatoriale; -
il decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2006 “Approvazione del
Piano Sanitario Nazionale 2006-2008”, individua gli obiettivi da raggiungere
per attuare la garanzia costituzionale del diritto alla salute e degli altri
diritti sociali e civili in ambito sanitario, ed in particolare il punto 4.4, si prefigge la promozione del Governo clinico quale strumento per il miglioramento
della qualità delle cure per i pazienti e per lo sviluppo delle capacità
complessive e dei capitali del SSN, allo scopo di mantenere standard elevati e
migliorare le performance professionali del personale, favorendo lo sviluppo
dell’eccellenza clinica; - l’Intesa concernente il “Piano nazionale per la prevenzione
per gli anni 2010-2012”, sancita nella seduta del 29 aprile 2010, Rep. Atti n. 63/CSR,
individua le demenze come una delle aree di priorità da includere nella
programmazione regionale attraverso i Piani regionali per la prevenzione per lo
stesso triennio; - anche a livello internazionale, e
specificamente dell’Unione Europea, il problema delle demenze viene
riconosciuto come prioritario, in particolare attraverso il finanziamento della
Joint Action sulle demenze (ALCOVE), conclusasi nel 2013 e a cui l’Italia ha
preso parte attiva, nonché attraverso l’annuncio di una nuova JA che verrà
proposta per l’avvio nel corso del 2014; - il nostro Paese ha incluso le demenze tra
le priorità del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea
(Luglio-Dicembre 2014), ponendosi anche l’obiettivo di presentare una strategia
nazionale nel settore; considerato che: - la
demenza è in crescente aumento nella popolazione generale ed è stata definita
secondo il Rapporto OMS e ADI del 2012 “una priorità mondiale di salute
pubblica”; - il
maggior fattore di rischio associato all’insorgenza delle demenze è l’età e l’Italia è uno dei
paesi con la più alta presenza di anziani. Nel nostro Paese la percentuale di coloro che superano i 65 anni rispetto
al totale della popolazione era del 20% nel 2009 e si stima arrivi al 26,5% nel
2030. Anche la percentuale di ultraottantenni è aumentata notevolmente: era il
5,6% nel 2009 e si stima raggiunga quasi il 9% nel 2030; - in Europa
si stima che la prevalenza delle demenze incrementi, nel medesimo periodo di
tempo, dall’1.6% nella classe d’età 65-69 anni al 22,1% in quella maggiore di
90 anni nei maschi e dall’1% al 30,8% rispettivamente nelle donne. I tassi di
incidenza per demenza variano dal 2.4 per 1000 anni persona nella classe d’età
65-69 anni fino al 40,1 per 1000 anni persona in quella maggiore di 90 anni
nella popolazione maschile e dal 2,5 all’ 81,7 rispettivamente nella popolazione
femminile. La demenza di Alzheimer rappresenta, secondo queste stime, circa il
60% di tutte le demenze; - le demenze
comprendono un insieme di patologie (demenza di Alzheimer, vascolare,
fronto-temporale, a corpi di Lewy, forme miste, ecc.) che hanno un impatto
notevole in termini socio-sanitari sia perché un sempre maggior numero di
famiglie ne sono drammaticamente coinvolte, sia perché richiedono l’attivazione
di una qualificata rete integrata di servizi sanitari e socio-assistenziali. Le
demenze, inoltre, rappresentano una delle maggiori cause di disabilità. Dato il
progressivo invecchiamento della popolazione generale queste patologie stanno
diventando, e lo saranno sempre più, un problema rilevante in termini di sanità
pubblica; - la sintomatologia della
demenza, conseguente alla grave compromissione delle funzioni cognitive, è
infatti caratterizzata da una disabilità progressiva la cui gestione clinica ed
assistenziale risulta estremamente complessa. Va, inoltre, tenuto presente che
la condizione clinica del paziente demente è generalmente caratterizzata dal
fenomeno della pluripatologia che, inevitabilmente, comporta vari gradi di
disabilità a cui si accompagnano problemi somatici, psichiatrici, sociali,
etici e medico-legali; - sul territorio nazionale
è presente una organizzazione differenziata tra le diverse Regioni e talora
anche all’interno delle singole Regioni ed una marcata variabilità nell’offerta
quali-quantitativa di servizi di diagnosi e cura. Spesso si rileva anche una
ancora scarsa integrazione e collaborazione tra Ospedale, medici di medicina
generale (MMG), servizi territoriali e di assistenza domiciliare integrata che
rischiano di tradursi in una carenza nella presa in carico e nella continuità
assistenziale. La realtà si presenta molto variegata, con aree di sicura
eccellenza accanto ad altre dove è assolutamente necessario intervenire per
dare qualità; - i compiti dei
soggetti deputati a svolgere la funzione di governance,
Ministero, Regioni e Province Autonome, Enti Locali sono, sulla base delle
differenti prerogative e responsabilità: •
fissare
obiettivi e strategie; •
progettare
le strutture di governo e di controllo; •
sorvegliare
e valutare il funzionamento; •
misurare
e valutare il grado di raggiungimento degli obiettivi, •
prevedere
sistemi gestionali volti al miglioramento continuo e capaci d’intervenire in
corso d’opera per potenziare determinate performance; -
in
Italia sono numerose le iniziative rivolte alla demenza ma, nonostante gli
sforzi di Amministrazioni, Associazioni ed operatori sanitari e sociosanitari,
la gestione del problema è ancora spesso affrontata in momenti e con percorsi
distinti; SI CONVIENE
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